Il primo voto all’ONU per una moratoria della pena di morte vede un allargamento dei paesi abolizionisti

- in Città per la Vita

Un passo positivo verso la votazione definitiva il prossimo dicembre

Il 18 novembre 2024, la Terza Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione sulla moratoria contro la pena di morte con 131 voti a favore, 36 contrari, 21 astensioni e 5 assenti. Si tratta di un risultato storico, con cinque voti favorevoli in più rispetto al 2022 e il numero minimo di assenti e astenuti, ridotti complessivamente a 26. Dal primo voto del 2007, quando i favorevoli erano 104 e i contrari 54, il consenso globale è cresciuto significativamente, riflettendo un cambiamento di prospettiva in molti paesi.

Quest’anno, per la prima volta, Zambia, Kenya e Zimbabwe hanno votato a favore della moratoria, un segnale importante del crescente slancio abolizionista in Africa subsahariana, che si conferma uno dei principali motori del cambiamento a livello globale.

La risoluzione, pur non avendo carattere vincolante, rappresenta un importante messaggio simbolico: chiede una sospensione temporanea delle esecuzioni ed è adottata da un’assemblea in cui ogni Stato del mondo ha voce. Quest’anno, un elemento di rilievo è stato il respingimento di un emendamento che riaffermava il diritto sovrano degli Stati di determinare le proprie leggi penali, inclusa la pena di morte. Tale bocciatura sottolinea come la tutela dei diritti umani stia assumendo una priorità crescente rispetto alle rivendicazioni di sovranità in materia penale.

Il prossimo appuntamento cruciale sarà il voto in Assemblea Generale, previsto per dicembre 2024, che potrebbe consolidare ulteriormente il trend verso l’abolizione universale. Prima di allora, però, Roma ospiterà il 14° Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio dal 28 al 29 novembre.

Dal 2006, questi congressi rappresentano un punto di riferimento per il dialogo sull’abolizione della pena di morte. Riuniscono ministri, giuristi, attivisti e membri della società civile di paesi abolizionisti e mantenitori, offrendo un’occasione unica per condividere esperienze, sviluppare strategie legislative e costruire reti internazionali. In un contesto globale segnato da conflitti e dalla svalutazione della vita umana, questi incontri mantengono alta l’attenzione sul tema e forniscono supporto concreto ai paesi mantenitori per avviare riforme e a quelli abolizionisti per resistere alle pressioni verso la reintroduzione della pena capitale.