Jakarta: la pena di morte si può superare? Istituzioni islamiche e organizzazioni per i diritti umani a confronto

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Il 28 febbraio 2025 si è tenuto a Jakarta, presso la sede centrale della Muhammadiyah – un’organizzazione islamica non governativa con oltre 60 milioni di aderenti-, il seminario “Pena di morte e la prospettiva della legge islamica nel contesto del diritto positivo e del diritto internazionale”, promosso dalla Lega dei Giudici Costituzionali e Amnesty Indonesia, con il sostegno della Comunità di Sant’Egidio. L’evento ha rappresentato un importante momento di riflessione sull’abolizione della pena capitale, con l’intervento di autorevoli esponenti del mondo giuridico e religioso, tra cui il Prof. Gunawan Wawan, che ha affermato che: “è tempo di abbandonare questa pratica e che la pena di morte non è più giustificabile alla luce degli insegnamenti islamici”. Le leggi possono, infatti, evolvere nel tempo in base a mutamenti sociali, storici e culturali. Ad esempio, in un contesto moderno e pluralista come quello indonesiano, la pena di morte per apostasia non è più giustificabile. Inoltre, il Corano prevede la possibilità del perdono e di sanzioni alternative alla pena capitale, come il risarcimento, oggi riformulabile in chiave moderna. Questo dimostra che la pena di morte non è un obbligo assoluto e può essere superata.

Il seminario ha sottolineato il valore del dialogo interreligioso e giuridico per accompagnare l’applicazione del nuovo codice penale indonesiano, auspicando un futuro senza pena di morte. Tra i temi trattati anche il drammatico caso di una donna indonesiana condannata a morte in Arabia Saudita, che ha messo in evidenza le difficoltà diplomatiche e giuridiche legate a queste situazioni. L’incontro ha segnato un passo significativo nel percorso verso l’abolizione, rafforzando la collaborazione tra istituzioni islamiche, organizzazioni per i diritti umani e attori internazionali.