Lo scorso 18/3/2021 l’Armenia ha ratificato il Secondo Protocollo opzionale della convenzione internazionale sui diritti civili e politici che si prefigge l’abolizione della pena di morte. L’Armenia ha firmato il documento il 26 settembre 2019 e ora, un anno e mezzo dopo con la ratifica del Protocollo, ha posto un blocco definitivo sull’abolizione della pena di morte.
Questo trattato internazionale, adottato il 15 dicembre 1989 ed entrato in vigore l’11 luglio 1991, rende l’abolizione della pena di morte irreversibile. In totale, è stato firmato da 40 stati e il suo effetto si estende a 88 stati.
Il Vice Ministro della Giustizia dell’Armenia Kristine Grigoryan ha affermato che la ratifica di questo protocollo rafforzerà la collaborazione dell’Armenia con le agenzie per i diritti umani nel quadro delle Nazioni Unite e del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Kristine Grigoryan ha poi aggiunto che “Il diritto internazionale non proibisce l’uso della pena di morte per i crimini più gravi, ma il Secondo Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici invita tutti gli Stati a vietare questo tipo di punizione penale.” Del resto questo tipo di punizione non è previsto in Armenia da molto tempo.
Ha così concluso Grigoryan, “va ricordato che ormai più di 100 paesi hanno abolito la pena di morte a livello legislativo e molti hanno introdotto una moratoria sull’esecuzione delle condanne a morte. Inoltre tutte le misure per abolire la pena di morte dovrebbero essere considerate come un progresso nell’attuazione del diritto alla vita”.
La Comunità di Sant’Egidio si rallegra per questa tappa importante verso l’abolizione universale.