
Curtis Windom, nato nel 1966, si trova nel braccio della morte della prigione di Raiford in Florida dal 1992, quando aveva 29 anni. Durante l’adolescenza ha lottato contro la tossicodipendenza e fin dall’infanzia ha manifestato disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, che lo hanno portato ad abbandonare gli studi senza completare il percorso scolastico. Rimangono dubbi sulla qualità della difesa legale ricevuta durante il processo che lo ha condannato a morte.
L’AMICIZIA EPISTOLARE: 27 ANNI DI CORRISPONDENZA
Dal 1998 Lorenza mantiene una corrispondenza epistolare con Curtis, un’amicizia che dura ormai da 27 anni. Nel 2010 si è recata personalmente a trovarlo nel braccio della morte di Raiford. Questa relazione rappresenta un sostegno fondamentale per Curtis, che riceve visite sporadiche dalla sorella o dalla figlia ogni 2-3 anni e non dispone di alcun supporto economico.
DISABILITÀ MENTALE: IL RICONOSCIMENTO CHE AVEVA SALVATO LA VITA
Proprio nel 2010 Curtis aveva espresso la preoccupazione di aver esaurito tutti i ricorsi legali e di essere prossimo all’esecuzione. Tuttavia, un legale riuscì successivamente a dimostrare l’incompatibilità dell’esecuzione con il suo stato di disabilità mentale. Grazie al riconoscimento di questa sua condizione di fragilità, Curtis non aveva ricevuto una data di esecuzione fino a oggi. Negli ultimi mesi, però, si è mostrato sempre più inquieto per l’intensificarsi delle esecuzioni già dai primi mesi del 2025.
LE ULTIME LETTERE: LA PAURA DI RICEVERE UNA DATA DI ESECUZIONE
Nella sua ultima lettera datata 18 luglio 2025 scrive:
“Voglio farti sapere che sono ancora vivo. Ma sono pieno di angoscia e ho paura perché qui stanno uccidendo due persone al mese…”
Curtis non immaginava che anche per lui la data sarebbe arrivata così presto.